Aria nuova

Il ritorno di Fanfani

I due editoriali del “Corriere della Sera” di venerdì scorso firmati da Pierluigi Battista e Antonio Polito, fotografano una situazione politica che dal nostro osservatorio cerchiamo di focalizzare da tempo. Il centrodestra quale lo si è conosciuto, non sembra più potersi ricostruire. Berlusconi ha ormai rinunziato al ruolo di tessitore avuto per vent’anni, Alfano, si ritrova schiacciato sul Pd, Salvini, tutto sembra fuorché il rianimatore dell’area moderata del paese e tantomeno capace di rappresentarla adeguatamente. Questo mentre se il movimento 5 stelle si affidasse a Luigi Di Maio, sarebbe plausibile l’affermazione di un processo di selezione e di formazione della classe dirigente che Grillo stesso ha ammesso di non esser riuscito a costruire finora. Polito nota come il premiare l’attività parlamentare, segnerebbe la transizione di una forza dalle piazza, si ritroverebbe pienamente inserita nel gioco della democrazia rappresentativa. Se non fosse che l’essenza stessa della democrazia parlamentare impone delle alleanze e i 5 stelle fino a questo momento, non ci pensano proprio. I grillini disprezzano fondamentalmente ogni forma organizzata che non sia la loro, ancora disorganizzata. Questa condizione di un centrodestra catatonico o in via di dissoluzione e la paralisi politica che ancora attanaglia i 5 stelle, sono la maggior rassicurazione di cui dispone Matteo Renzi. Infatti egli si ritiene convinto di poter terminare la legislatura nel 2018 e poi di vincere le elezioni con una legge elettorale che gli attribuirebbe ancora maggior forza. Renzi potrebbe scegliere l’alleanza con Alfano, dando il colpo di grazia definitivo al vecchio bipolarismo, oppure ritrovarne una con Sel e altri parti della sinistra, per isolare completamente Grillo. Il risultato di tutto questo sarebbe quello di consolidare il nuovo blocco di potere che si è formato intorno al rottamatore, senza offrire al Paese un’autentica alternativa. Considerando la giovane età di Renzi e del suo gruppo dirigente, egli potrebbe garantirsi a breve un predominio sulla società italiano molto più longevo di quello mostrato a suo tempo dall’onorevole Fanfani. Il che non sapremmo dire se sarebbe necessariamente un male, certo sarebbe paradossale che dopo tanti sforzo per avere il bipolarismo e l’alternanza in Italia, ci troveremmo un blocco di potere inamovibile più radicato della più vecchia democrazia cristiana.

Roma, 11 settembre 2015